Ho sempre visto le sculture aeree di Calder con lo stesso stupore con cui il neonato nella culla guarda alla sua casina delle api. C'è qualcosa di magico, lieve. Come guardare la neve che scende da dietro le finestre in una casa riscaldata dal fuoco di un camino. Come guardare l'arcobaleno dopo il temporale. Come guardare i riflessi di luce nell'acqua all'imboccatura di una grotta. Per un periodo della mia vita ho avuto, appeso al soffitto della mia stanza, un pappagallo di legno volante, tiravi il filo di bava e lui muoveva le ali, non resistevo alla tentazione di regalargli un po' di libertà prima di dormire. Così invidio molto Peggy che apriva gli occhi e vedeva pesci e libellule danzare. Certo ci sarebbe ben altro per invidiare la Signora Guggenheim, ma non è stata tanto la sua tozza casa affacciata sul Canal Grande, che nulla centra con gli splendidi palazzi veneziani che paiono merletti al suo confronto, e neppure l'immenso splendore di tutta l'arte che vi è racchiusa, che merita una trattazione a parte, quanto quella testiera di letto che se non poteva consentire di per sè sogni d'oro, regalava riverberi di pace al risveglio da sonni agitati
↧
